La Corte di Giustizia dell’Unione Europea salva il Jobs Act

Con la sentenza 17 marzo 2021 nella causa C-652/2019 (K.O. vs Consulmarketing spa in fallimento), la Corte di giustizia dell’Unione Europea, salva il Jobs Act.

Il d.lsg. 23/2015 (c.d. Jobs Act) prevede una disciplina indennitaria-economica e non reintegratoria per il caso di un licenziamento collettivo ritenuto illegittimo per violazione dei criteri di scelta.

Tale sanzione economica si applica ai lavoratori a tempo indeterminato assunti dopo il 7.3.2015 e ai lavoratori a tempo determinato il cui contratto di lavoro sia stato trasformato a tempo indeterminato dopo il 7.3.2015 (c.d. “post Jobs Act”) (sostanzialmente equiparando la trasformazione a tempo indeterminato a una “nuova assunzione”). 

Per i lavoratori assunti prima del 7.3.2015 (c.d. “ante Jobs Act”), invece, il licenziamento collettivo illegittimo per violazione dei criteri di scelta comporta la reintegra.

Il Tribunale di Milano aveva chiesto alla Corte europea se la disciplina differenziata del trattamento dei lavoratori “ante” e “post Jobs Act”, rispetto ad un licenziamento collettivo illegittimo per violazione dei criteri di scelta (e cioè: regime reintegratorio per i primi e indennitario per i secondi) fosse in contrasto con la Direttiva 98/59/CE del Consiglio concernente il ravvicinamento delle legislazioni nazionali in materia di licenziamenti collettivi.

La Corte ha detto no: tale questione non rientra nell’ambito di applicazione della detta direttiva.

Ancora il Tribunale di Milano aveva chiesto alla Corte se la disciplina italiana (art. 1, co. 2 del Jobs Act) che estende ai lavoratori a tempo determinato assunti prima del 7.3.2015 e il cui contratto sia convertito a tempo indeterminato successivamente a tale data la stessa disciplina sanzionatoria del licenziamento collettivo illegittimo per violazione dei criteri di scelta prevista per i lavoratori a tempo indeterminato assunti dopo il 7.3.2015, fosse in contrasto con il principio di non discriminazione dell’Accordo quadro sul lavoro a tempo determinato stipulato a livello europeo (18.3.1999), allegato alla direttiva 1999/70/CE del Consiglio (28.6.1999).

Anche su questo punto la Corte ha detto no.

Almeno per ora (e per questi aspetti) il Jobs Act è salvo.

 

Avv. Emanuele Agosti

 

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